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mercoledì 30 ottobre 2013

Messico: I contadini hanno avuto la meglio contro le grandi multinazionali del mais


Dal Messico una buona notizia. La corte federale distrettuale per le questioni civili a Città del Messico, ha emesso un provvedimento cautelare per sospendere i permessi esistenti o pendenti per l’uso di mais geneticamente modificato.
 Un atto giuridico senza precedenti che può considerarsi il risultato di una class action intrapresa da cittadini, agricoltori, ambientalisti, popolazioni indigene, legali, scienziati e attivisti che si sono battuti per difendere la coltura più rappresentativa del Messico – il mais, appunto – dall’aggressione delle colture transgeniche delle corporations, che si stanno imponendo sul mercato internazionale.
Una vittoria per tanti contadini e tante organizzazioni che con tutte le forze stanno lottando per mantenere il controllo sul proprio cibo. L'orgoglio di un'intera nazione che vede nel mais l'elemento cardine dell'alimentazione e il risultato di una cultura millenaria di coltivazione di questa pianta.
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venerdì 25 ottobre 2013

Nomisma: mense biologiche aumentate 51% in 5 anni nelle scuole


Alimentazione biologica in crescita nella scuola. Dal 2008 le mense sostenibili sono aumentate del 51%: ad oggi sono 1.196 mense le scolastiche ‘Bio’, localizzate soprattutto nelle regioni settentrionali del paese, il 70% del totale, mentre i pasti distribuiti sono 1,2 milioni. A mettere in fila i numeri è l’istituto di ricerca bolognese Nomisma in uno studio realizzato per Pentapolis. ”La scuola – osserva Silvia Zucconi, coordinatore Area agricoltura e industria alimentare di Nomisma – diventa il contesto più idoneo dove attivare azioni concrete per la sostenibilità. Favorire menù che rispecchiamo la dieta mediterranea nelle scuole significa contribuire anche attivamente alla salute dell’ambiente e anche gli economisti possono dare un contributo attivo nella formulazione dei menù scolastici includendo cibi che diminuiscano l’impronta ecologica”. In base ai dati raccolti, il 74% delle amministrazioni richiede alla ditta appaltatrice di effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti; i menù scolastici propongono prodotti biologici (81%), a denominazione di origine protetta (67%), tipici del territorio (40%) e equo solidali (33%) mentre il 69% delle mense scolastiche usa l’acqua del rubinetto. Tra le note meno brillanti, risultano ancora troppo alte le eccedenze nella ristorazione collettiva: circa il 10% dei pasti serviti di cui l’85% è totalmente sprecato.
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giovedì 24 ottobre 2013

Biologico in crescita - Il corriere della sera


IL BOOM DEL BIOLOGICO - A prima impressione sembrerebbe la sconfitta del terziario e del post-terziario, come se la Grande Crisi avesse riavvolto il nastro a prima della società dei servizi. Una sorta di dietrofront che implicherebbe un ritorno alla terra, in realtà è una lettura fuorviante. Dice Enzo Baglieri, coordinatore del Bio Lab della scuola di direzione aziendale della Bocconi, che la crescita delle imprese agricole è da ascriversi al boom del biologico: «Nel settore si è ormai raggiunta una sofisticazione tecnologica tale da aver alzato al massimo l’asticella della produzione per numero di addetti , così le nuove aziende nate in questi ultimi anni - consapevoli di non poter competere con le grandi sui processi produttivi - hanno puntato su un mercato di nicchia come i prodotti biologici. Da qui la straordinaria vitalità del comparto, con la crescita anche dell’occupazione».
Fonte: http://www.corriere.it/economia/13_ottobre_22/azienda-italia-anni-grande-crisi-201441e0-3b20-11e3-95f2-9a7a296f615f.shtml
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mercoledì 23 ottobre 2013

FederBio risponde all'articolo dell'Espresso sulle truffe alimentari



Il biologico italiano è leader a livello mondiale per qualità dei prodotti, fatturato e numero di aziende agricole e occupati.

Significa 43.815 aziende agricole che non diffondono nell’ambiente nemmeno un grammo di sostanze chimiche di sintesi, 5.597 aziende di trasformazione che non conoscono coloranti, conservanti, esaltatori di sapidità, edulcoranti e altri additivi, significa circa 200.000 occupati, con un fatturato di 2.1 miliardi di euro sul mercato domestico e 1.2 sui mercati esteri.

L’articolo “ Falso bio, un milione di truffe ” traccia uno scenario molto lontano dalla realtà del comparto del bio.

Innanzitutto va sottolineato che nel corso del 2012, 47.836 aziende biologiche sono state oggetto di 62.239 visite ispettive, 14.403 in più di quelle imposte dalla normativa europea (i dati provengono dagli organismi di certificazione associati a FederBio, la federazione unitaria interprofessionale del settore, e sono riferiti al 96,23% delle aziende biologiche in Italia).

Sono stati prelevati 5.675 campioni (sia in campo che in magazzino e punti vendita) da sottoporre ad analisi, un'operazione ancora non richiesta dalle normative europee.

Ogni azienda è sottoposta alle ispezioni di un organismo nazionale di controllo accreditato da Accredia in base alla norma internazionale ISO65, espressamente autorizzato dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali  dopo un’istruttoria che ne abbia accertato competenza, terzietà, indipendenza e dotazione di strutture professionali e tecniche; gli organismi nazionali di controllo sono assoggettati al coordinamento del ministero delle Politiche agricole e sono vigilati dalle Regioni.

I controlli specifici esercitati da questi organismi non si sostituiscono, bensì si aggiungono a quelli standard delle diverse autorità di vigilanza (Nas, ICQRF, NAC, Corpo forestale dello Stato, Asl ecc.): il settore biologico è in assoluto quello sottoposto a più controlli  dell’intero comparto agro-alimentare europeo e italiano.

Negli ultimi 8 anni le vendite di prodotti biologici sono in forte crescita (solo nella grande distribuzione sono aumentate dell’11.7% nel 2010, del 9.2% nel 2011, del 7.3% nel 2012 e dell'8.8% nel primo quadrimestre 2013; andamenti ancora più brillanti si registrano nel canale dei 1.200 negozi specializzati e in quello delle vendite dirette degli agricoltori, dei gruppi  d’acquisto ecc.).

In un quadro generale di crisi dei consumi, non ci si può stupire dal fatto che operatori scorretti siano tentati di cogliere le opportunità di un settore in salute.

Ma, appunto, il settore conta su un sistema di controllo, il cui scopo è di individuare e bloccare i tentativi di frode, ed è quello che fa.

L’articolo, infatti,  omette di informare che i sequestri disposti dalle autorità giudiziarie e attuati dalle forze dell’ordine derivano dalle segnalazioni del sistema di controllo (in assoluta prevalenza su prodotto di origine estera, per il quale le disposizioni vigenti impongono analisi su ogni lotto in entrata, prima dello sdoganamento).

Il nostro ordinamento non concede poteri di polizia giudiziaria agli organismi di controllo: individuate situazioni di non conformità, sono tenuti a vietare all’operatore la commercializzazione del prodotto e a segnalare il fatto all’autorità competente; è a questa che compete disporre i sequestri.

Ed è, né più né meno, quello che è accaduto nel caso delle granaglie che operatori maltesi avevano proposto a mangimifici italiani: FederBio aveva segnalato da tempo al ministero delle Politiche agricole i propri documentati sospetti su triangolazioni via Malta, ed è stato da tale segnalazione che è seguita l’indagine che ha confermato la non conformità del prodotto e la fondatezza del sospetto.

La federazione aveva inoltre subito allertato tutte le imprese del suo sistema associativo, che erano tenute a non acquistare prodotto importato via Malta senza averlo sottoposto ad analisi e senza aver ottenuto conferma della regolarità dei documenti di certificazione da parte delle autorità estere che li avevano emessi. In sostanza, il prodotto a rischio non poteva essere immesso sul mercato e il suo unico, inevitabile destino era il sequestro in dogana, così com’è accaduto.

Del tutto analogo il caso del carico di soia da mangimi contaminato da clormequat che un operatore estero tentava di introdurre sul mercato italiano: il principio attivo è stato individuato dall’organismo di controllo nelle analisi prima dello sdoganamento, con immediata segnalazione all’autorità competente e conseguenti indagine e sequestro.

È bene ricordare che il sistema di controllo vede come attori strutture private (gli organismi di controllo, ma anche le aziende, che provvedono alle verifiche dei fornitori e dei lotti di prodotto acquistato) e pubbliche (ministero e Regioni), che gli organismi son tenuti a informare per le iniziative di loro esclusiva competenza.

In sostanza, se le forze dell’ordine sequestrano prodotto su indicazione dell’autorità informata di irregolarità dagli organismi di controllo, non si può certo accusare questi ultimi di omissioni: hanno svolto (ed egregiamente, parrebbe di poter dire) il compito loro attribuito dall'ordinamento europeo.

Per migliorare sempre più l’efficacia e la tempestività del controllo e per isolare al loro affacciarsi i tentativi di “inquinare” il mercato, inoltre, imprese e organismi di controllo si sono dotate di innovativi strumenti volontari come protocolli d’intesa che coinvolgono tutti gli attori della filiera e piattaforme informatiche il cui funzionamento autorità pubbliche, organismi di controllo e organizzazioni di imprese ci chiamano a presentare all’estero (da ultimo due settimane fa all’Anuga di Colonia, la manifestazione leader a livello mondiale nel settore Food & Beverage).

Il quadro che emerge dall’articolo in questione è quello di un settore contraddistinto da opacità e aree grigie che non gli appartengono, causando immotivato danno a decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di addetti (e disorientando milioni di consumatori).

L’articolo fa riferimento, con enfasi,  a un sequestro  a Roma di  2.000 confezioni  proposte in e-commerce (“c’era di tutto: dalle tisane alle salse di pomodoro passando per gli integratori alimentari”) che, senza ulteriori dettagli, non riusciamo a identificare. Il canale e-commerce per gli acquisti viene utilizzato solo dal consumatore finale (nessuna impresa acquista on line prodotti, per i vincoli imposti in materia di certificazione e analisi). A monte delle vendite on line i prodotti sono controllati quanto quelli venduti nei canali della GDO e specializzato.

Detto ciò, va tenuto presente che 2.000 confezioni di prodotti scompaiono a fronte di 125 milioni di uova biologiche, 16 milioni di litri di latte biologico,  12 milioni di pacchetti di pasta biologica e 5 milioni e mezzo di pacchetti di farina di frumento biologico acquistati l’anno scorso dai consumatori italiani nella sola grande distribuzione, esclusi il canale dei negozi specializzati, le vendite dirette delle aziende agricole e la ristorazione.

In riferimento al miele citato nell’articolo, il comunicato emesso dal Corpo forestale dello Stato informa che le tracce di sostanze utilizzate per la produzione dei fogli cerei riscontrate dalle analisi su alcuni campioni di miele biologico  erano entro i limiti previsti dalla vigente normativa, qualificando il prodotto come del tutto regolare).



repubblica.it
Fonte 
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lunedì 21 ottobre 2013

Lasagne di zucca di Le delizie di feli

Con piacere pubblichiamo una ottima ricetta che ci è stata segnalata, tratta dal bellissimo blog di " Le delizie di Feli "  Viene presentato un piatto con ingrediente di stagione, le " Lasagne di Zucca " tra gli ingredienti il Riso di bra che potete trovare su www.albrafood.com  http://ledeliziedifeli.wordpress.com/2013/10/21/lasagne-di-zucca/


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martedì 15 ottobre 2013

Come aprire o meglio, come NON aprire una bottiglia di vino senza cavatappi

Vi è mai capitato di rimanere senza cavatappi e non riuscire ad aprire una bottiglia di vino?
Ecco la soluzione, magari non fatelo con una bottiglia di Barolo ....



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Conferenza: il modello del biologico e una nuova politica per l'accesso alla terra

Il 16 Ottobre 2013, in occasione della giornata mondiale dell'alimentazione dal tema “Sistemi alimentari sostenibili per la sicurezza alimentare e la nutrizione”, AIAB organizza la conferenza "il modello del biologico e una nuova politica per l'accesso alla terra" presso la cooperativa Agricoltura Nuova. Vi aspettiamo in via valle di perna 315 alle ore 9.30 per parlare di accesso alla terra, sovranità alimentare e e modelli agricoli.

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